Come riconquistare un uomo
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Il termine “parafilia” si riferisce a comportamenti sessuali ricorrenti o intensamente eccitanti, riguardo a oggetti inanimati, parti del corpo o esperienze estreme di sofferenza e umiliazione. Nell’immaginario collettivo, ad essa si associa il fenomeno sessuale del feticismo legato appunto all’attrazione verso il “feticcio”, un oggetto o una parte del corpo specifica del partner sessuale. Seni, ascelle, lingua, o, nel caso di oggi, nei confronti del piede. L’attrazione verso i piedi, seguita da un eccitamento sessuale potrebbe creare disagio psicologico alla persona.
Approfondiremo oggi un argomento di grande interesse, legato alla vita sessuale individuale e di coppia. Lo faremo, come sempre, avvalendoci delle migliori fonti scientifiche esistenti. La domanda alla quale cercheremo di dare risposta è la seguente: una parafilia come il feticismo è sempre considerata patologica? Scopriamo insieme la risposta.
Fu Freud, nel 1905, a definire per la prima volta attività sessuali viste come inusuali all’epoca, come l’eccitamento dovuto a zone del corpo diverse dai genitali, utilizzando il termine parafilia (dal greco παρ/par=”oltre” and φιλ?α/filia=”Amore”). Dopo anni vennero pubblicati trattati e studi a supporto dell’ipotesi che comportamenti simili fossero largamente diffusi. Venne così coniato il termine “perversioni sessuali” poi divenuto tanto comune, quanto impropriamente usato.
Oggi la letteratura scientifica sulle parafilie è importante. Decine di anni di studi hanno permesso di giungere ad una definizione completa, che non per forza vede nella parafilia un disturbo mentale. La prima importantissima distinzione da porre è quella tra la parafilia (Avere interessi fuori dagli schemi che non influenzano in modo negativo eventuali relazioni) e disturbo parafiliaco. Il disturbo può infatti essere diagnosticato quando:
Nonostante questi ultimi criteri, secondo il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per alcune parafilie specifiche il disturbo viene diagnosticato a prescindere. Non è questo il caso del feticismo, che costituisce una pratica considerabile come patologica esclusivamente in alcune situazioni. Cosa dice la scienza a riguardo?
Nella società occidentale odierna la pratica sopra citata rappresenta un tabù e viene messa in contrapposizione con le pratiche sessuali considerate maggiormente “nella norma”. Alcuni potrebbero addirittura percepire l’eccitazione provocata dai piedi come qualcosa di inaccettabile, o addirittura estremo poiché estraneo all’ordinario. C’è però una bella differenza tra parafilia e parafilia patologica.
Per far si che un individuo con tali interessi venga definito patologico, devono essere soddisfatti alcuni criteri diagnostici, tra i quali:
Alcune parafilie, che in genere riguardano stimoli o situazioni inadeguate, illegali o pericolose per altri individui, vengono considerate a prescindere patologiche anche in assenza di disagio psicologico provato da chi le mette in atto (aggressioni sessuali, stupro, abusi su minori). Non è questo il caso del feticismo dei piedi. Anche se considerato al di fuori del convenzionale, può essere inserito all’interno della vita di coppia a patto che non sia fonte di disagio e pensieri intrusivi.
Sarebbe davvero difficile trovare una risposta definitiva ad una domanda del genere, perché esageratamente specifica. Ciò che è possibile fare, però, è stimare quanto le parafilie considerabili potenzialmente non patologiche (e quindi anche il feticismo dei piedi) siano presenti. Secondo lo studio di Christoph Joseph Ahlers e colleghi (2011), che ha preso in considerazione un campione di 367 volontari maschi, con età compresa tra i 40 e i 79 anni, le parafilie sarebbero largamente diffuse. Dei partecipanti, infatti, circa il 63% dichiarò di aver avuto fantasie sessuali al di fuori dagli schemi classici.
Il dato è supportato da altri studi più recenti. Nel 2017, infatti, Joyal e Carpentier indagarono la diffusione delle parafilie definibili non patologiche su un campione più ampio: 1040 persone, questa volta di sesso maschile e femminile. I risultati furono simili: circa la metà dei partecipanti all’esperimento dichiararono di aver provato interesse e sperimentato almeno uno dei feticismi presi in considerazione.
Il feticismo vede scaturire impulsi sessuali intensi e conseguente eccitamento dal contatto con oggetti inanimati, parti del corpo differenti dai genitali, o in generale da qualunque altro stimolo. Molto spesso il termine feticismo viene accostato ai piedi o ad accessori dell’arto inferiore, come stivaletti, calze e altri. Il motivo è semplice: in percentuale, il feticismo maggiormente diffuso riguarda questa parte del corpo. A livello teorico, tuttavia, qualunque oggetto può diventare un feticcio, ovvero un oggetto di piacere.
Molti feticisti si vergognano delle pulsioni ora descritte, manifestando un disagio importante, in alcuni casi impossibile da sostenere, perché appunto la “perversione” viene considerata come distante dai canoni della “normalità”. Reputo importante ricordare che questi ultimi sono influenzati dalla cultura e dalla società di appartenenza. Il feticismo può essere considerato patologico solo ed esclusivamente quando il richiamo all’oggetto considerato feticcio diviene l’unico modo per eccitarsi e raggiungere l’orgasmo.
In tutti gli altri casi dinamiche simili non costituiscono fonte di problematiche relazionali. La sperimentazione di nuove pratiche sessuali all’interno della vita di coppia non ha di per sé nulla di patologico. Nel caso tu viva un’esperienza di disagio dovuta a problematiche legate alla sfera sessuale, la miglior soluzione è la seguente: rivolgersi ad un professionista della salute mentale.
Nel nostro team esperti psicologi e psicoterapeuti aiutano ogni giorno le persone a gestire le loro emozioni, trovando soluzioni concrete. Offriamo a chiunque non sia mai stato supportato da noi un colloquio gratuito, che ti permetterà di comprendere se e come il nostro team potrà e usufruisci del primo colloquio online conoscitivo gratuito. Se c’è una soluzione, perché tenersi il problema?
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