Come riconquistare un uomo
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Servizio di Psicologia ONLINE
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Quali sensazioni prova un soggetto quando è vittima di un attacco di panico? cosa li scatena?
Ma soprattutto, cosa possiamo fare per superarli?
Cerchiamo di rispondere brevemente a queste domande.
Un attacco di panico viene descritto come un periodo di intensa paura e agitazione associato a specifiche alterazioni psicologiche e fisiche. Questo periodo di solito dura pochi minuti, ma a volte può durare molto di più.
A livello psicologico, una persona che sta avendo un attacco di panico può avere la sensazione:
Mentre, le alterazioni fisiche più comuni sono:
Chi sperimenta gli attacchi di panico li descrive come momenti terribili e spaventosi, un incubo in cui da quel momento in poi la persona ha sempre paura di ricadere, con conseguenze devastanti sulla qualità di vita.
I vari sintomi attribuibili ad un attacco di panico ricordano molto il comportamento di un “qualsiasi animale”, uomo compreso, rinchiuso in una gabbia.
Nella vita di molte persone che soffrono di panico, si è venuto a creare un momento in cui la propria libertà è messa in pericolo. È il caso di quelle persone, ad esempio, che sviluppano attacchi di panico quando iniziano ad immaginarsi di vivere come su un “binario unico”, senza vie d’uscita o alternative.
Questo è reso ancora più complicato dal fatto che spesso, chi soffre di attacchi di panico, ha una particolare personalità: ha bisogno di sentirsi libero e indipendente, ma allo stesso tempo ha bisogno di sentirsi protetto, perché ha sviluppato un’immagine di sé come persona bisognosa di attenzioni e cure particolari.
La spiegazione non è semplice. Molti autori sono d’accordo nel ritenere che siano causati da fattori genetici, psicologici e sociali.
Concentriamoci su quelli psicologici: una delle cause più comuni per la comparsa degli attacchi di panico è sicuramente il fatto di vivere una situazione di vita stressante, soprattutto quando questa richiede un importante cambiamento o la necessità di adattarsi a qualcosa di nuovo. Parliamo in questo caso di trasferimenti, un nuovo lavoro, un lutto, un grave litigio, una separazione ecc.
Questi eventi scatenano una risposta del corpo che permette di far fronte a questi cambiamenti, ma in alcune persone questa risposta prende la forma di un’attivazione eccessiva. Di conseguenza, la persona può vivere momenti di forte agitazione, una grande allerta o una sensazione di paura generalizzata. Le persone più inclini a manifestare attacchi di panico possono interpretare queste sensazioni in modo catastrofico, come fossero il segno di un grave pericolo che incombe.
Questo non fa altro che peggiorare la paura e l’allerta, che vengono così interpretate come ulteriore pericolo. E così via, finché non si innesca un circolo infinito che porta queste sensazioni all’estremo e che inevitabilmente scatena l’attacco di panico.
La persona con attacchi di panico tenderà quindi ad evitare le situazioni che innescano questi fenomeni, ritirandosi o diminuendo le sue solite attività quotidiane. Gli psicologi parlano per questo di strategie di evitamento, che in realtà non fa che peggiorare la situazione perché non permette alla persona di capire che certe situazioni possono essere affrontate in modo diverso e più funzionale.
L’attacco di panico blocca, pietrifica il corpo nel momento in cui ci troviamo di fronte a scelte impossibili da prendere. Affrontare da soli, ma liberi, un mondo pericoloso o essere ingabbiati, soffocati dalle cure amorevoli di una relazione vincolante?
Nel caso degli attacchi di panico, le due tentate soluzioni sono:
Un esempio concreto degli effetti causati da un attacco di panico è quando per paura di avere la tachicardia si comincia ad ascoltare il proprio battito cardiaco con la paura che questo si alteri, con il risultato di fare alterare effettivamente il proprio battito.
“Si racconta che una volta una formica chiese ad un millepiedi: “mi vuoi dire come fai a camminare così bene con mille piedi insieme, mi spieghi come riesci a controllarli tutti contemporaneamente?” Il millepiedi cominciò a pensarci su e non riuscì più a camminare.” (Nardone, 2003).
Il principale effetto degli attacchi di panico è puramente relazionale perché implica inevitabilmente l’aiuto immediato, le cure tempestive da parte delle persone vicine. All’interno di una relazione, chi sviluppa attacchi di panico ha uno strumento inconscio per far si che la relazione si stringa.
Un esempio clinico è quello di una donna con semantica della libertà (polo dipendente) sposata con un uomo che per lavoro viaggiava spesso (polo indipendente). La signora aveva sempre accettato la libertà del marito finché in sua assenza poteva contare sulla protezione del proprio padre che abitava nello stesso condominio. Quando il padre della donna venne a mancare, lei iniziò ad avere attacchi di panico quando il marito era all’estero; con l’effetto pragmatico di farlo tornare di corsa. Snaturando però il bisogno di lui di non sentirsi soffocare dalla relazione.
[Inciso scritto da: Dottor Pietro Cesati ]Andando a ricercare cause ancora più profonde, possiamo vedere l’attacco di panico come sintomo più evidente di qualcosa di cui la persona non è consapevole. Molti psicologi hanno infatti studiato le possibili cause inconsce del problema. Alcuni autori si sono concentrati sul significato che un attacco di panico può avere in un momento particolare della vita delle persone. Spesso è stato spiegato come l’unico modo che il corpo ha di reagire ad una situazione in cui la persona sente di non avere via d’uscita, come se fosse “in trappola”.
L’intervento psicologico è sicuramente uno dei più importanti. È importante che la persona che soffre di attacchi di panico si affidi all’intervento di un professionista preparato che li faccia sentire compresi e accolti.
All’inizio della presa in carico, è importante spiegare cosa sono gli attacchi di panico e cosa li può scatenare. Bisognerà poi esplorare insieme alla persona i particolari eventi e momenti di vita che si trova ad affrontare.
Una volta individuati i punti critici, si passa ad insegnare tecniche di gestione degli attacchi di panico (ad esempio, spiegare che di attacco di panico non si muore, che è l’interpretazione stessa dei momenti di paura che scatena il problema, tecniche di rilassamento e respirazione ecc). In questo modo si potranno alleggerire le terribili sensazioni descritte da molti e ridurre l’evitamento di situazioni che causano paura.
Successivamente, sarà necessario approfondire come funziona la mente della persona, la sua storia di crescita, che significato personale attribuisce alle relazioni, come immagina se stesso, il mondo e il futuro. Stimolando una riflessione su questi elementi, si possono capire i fattori che predispongono la persona a soffrire attacchi di panico.
Infine, si stimolerà la persona a provare un nuovo modo, più funzionale e armonico, di immaginare se stesso, il mondo e le relazioni che lo circondano e lo definiscono come.
Articolo scritto da:
Dottor Dario Cantore, il nostro esperto in disturbi d’ansia.
Collegati alla sua Profilo personale per saperne di più.
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